Lui lei e l’Altro: il primo figlio

L’arrivo di un bambino rappresenta un momento di grande gioia per i genitori. Allo stesso tempo costituisce una vera e propria fase critica di transizione che richiede necessariamente una notevole capacità di cambiamento e di adattamento, soprattutto se si tratta del primo figlio. I neo-genitori devono confrontarsi con le richieste di cura da parte del bambino, con le tensioni emotive che ne derivano, con le limitazioni in altre opportunità di vita e con le tensioni che si possono creare nella relazione coniugale.
Innanzitutto, l’arrivo di un figlio richiede un notevole impegno, sia da un punto di vista fisico che emotivo, al quale il genitore non sempre è sufficientemente preparato. I risvegli notturni accompagnati dal pianto e le attenzioni e le cure costanti e tempestive, di cui necessita, comportano un dispendio notevole di energie fisiche da parte dei genitori. Ciò è particolarmente vero soprattutto per le neo mamme, poiché sono spesso queste ultime ad avere maggiori responsabilità nella cura dei figli, anche quando entrambi i partner lavorano e i compiti familiari sono attivamente condivisi dai mariti. L’impegno richiesto ai genitori è ancora più elevato nel caso, frequente ed abituale, in cui questi si trovino ad essere coinvolti in attività parallele ( necessità di lavorare, presenza di una persona malata in casa) nonché in presenza di caratteristiche fisiche o comportamentali nel figlio tali da renderne particolarmente onerosa la cura.
Inoltre, soprattutto il primo figlio e le prime fasi di vita coniugale richiedono spesso ai genitori di dedicare più tempo alla famiglia e rinunciare o limitare la propria indipendenza e autonomia, sacrificando parzialmente o totalmente altre attività e opportunità della loro vita, come la realizzazione in ambito professionale, il provvedere alle faccende  domestiche e alla gestione dell’ economia familiare, l’intrattenere attività ricreative o di svago e di relazione sociale. Tutto ciò può comportare un notevole stress e frustrazione per l’impossibilità di perseguire obiettivi personali o per la ridotta possibilità di distrarsi, nel caso di rinuncia di altre attività, o preoccupazioni per il calo delle entrate economiche, nel caso di riduzione delle ore di lavoro.
Infine l’arrivo di un figlio comporta anche una rinegoziazione del rapporto tra i coniugi. Non solo si avvia una nuova relazione con il bambino , ma si modificano le relazioni  all’interno della famiglia.
La nascita di un bambino può produrre un declino della qualità ella relazione coniugale che può proseguire negli anni successivi. Al dispendio psicofisico e alla limitazione e rinuncia di altre opportunità della propria vita si aggiungono notevoli modificazioni nel modo di vivere la sessualità, una riduzione dell’interesse sessuale e dell’intimità e la nascita di gelosie e sensi di colpa con una riduzione sostanziale del livello di soddisfazione coniugale.
In questi casi l’adattamento dipende soprattutto dalla qualità della relazione coniugale precedente alla nascita del primo figlio e dal modo in cui la coppia reagisce al cambiamento che l’arrivo del figlio comporta.
Pertanto una riduzione sostanziale della soddisfazione coniugale si verifica prevalentemente in quelle coppie che vivevano una situazione di difficoltà sin da prima che il figlio nascesse. Quando il livello di soddisfazione è basso già dall’arrivo del primo figlio è poco probabile che migliori in seguito soprattutto in caso di coppie altamente conflittuali e di quelle in cui la condivisione delle responsabilità è scarsa.

E’ stato evidenziato però che una buona preparazione alla maternità e paternità è spesso sufficiente a diminuire le preoccupazioni e le paure dei futuri genitori e ad aumentare in loro un maggiore senso di controllo sulla situazione.
Risulta quindi importante prepararsi emotivamente a diventare genitori sia in modo autonomo, sia qualora lo si ritenga opportuno con il sostegno e l’aiuto di un esperto.
E dopo l’arrivo del bambino può essere utile confrontarsi con altre coppie per condividere le piccole difficoltà quotidiane e riscoprire momenti ludici e piacevoli per stare insieme.

Dott.ssa Silvia Gennari

Psicologa, Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale

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